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MELBOURNE

  • Immagine del redattore: Giulia Azimo
    Giulia Azimo
  • 1 lug 2020
  • Tempo di lettura: 3 min


La prima città in cui ho deciso di vivere è stata Melbourne, molte persone me ne avevano parlato molto bene descrivendola come una città creativa e aperta.

Sono arrivata in Australia senza sapere una parola di inglese, lo avevo studiato a scuola ma era molto basilare e non sapevo fare una conversazione.

Appena arrivata ho alloggiato in un ostello nell’attesa di trovare una stanza. Ho varcato la porta e mi sono ritrovata in un ambiente molto famigliare pieno di

ragazzi giovani che ridevano e scherzavano. I primi giorni sono stati i più duri perché eravamo in 4-5 italiani in tutto l’ostello e il mio inglese era pessimo quindi quando la gente provava a farmi delle semplici domande per conoscermi non avevo grandi risposte da dare, ma nonostante ciò mi mettevano a mio agio anche se non capivo tutto quello che dicevano. Ed è stato grazie a questa pazienza e la mia forza di volontà che pian piano ho iniziato a buttarmi a fare qualche dialogo e a capire sempre di più quei discorsi che appena arrivata sembravano arabo per me.

Dopo una settimana trascorsa in quell’ostello non ho neanche più cercato una stanza perché li mi sentivo veramente a casa.


La prima settimana me la sono presa tranquillamente e ho cercato di

esplorare la città e di fare nuove amicizie poi ho iniziato a impegnarmi per trovare un lavoro. Con il mio inglese pur troppo non potevo pretendere chi sa cosa, sapevo in partenza che non sarebbe stato semplice, ho stampato una ventina di curriculum e ho iniziato a portarli in giro per la città, tutte risposte negative mi stavo un po’ demoralizzando.

Così ho pubblicato un post su “Melbourne jobs” dicendo che cercavo lavoro come cameriera o aiuto pizzaiola. In Italia lavoravo in un una pizzeria d’asporto, ma non sapevo proprio fare pizze però decisi di buttarmi. Subito mi contattò un ragazzo per una prova il giorno dopo come aiuto pizzaiola. Mi presentai e fu un completo disastro ma quel ragazzo mi assunse lo stesso, non chiedetemi come perché la risposta non la so tutt’ora. Così dal nulla ero diventata pizzaiola, iniziai pian piano a imparare fare le pizze e da un gioco nasse una passione.

Tornando al punto centrare della mia esperienza a Melbourne ovvero l’ostello. Eravamo in meno di 100 ragazzi la maggior parte erano long term, quindi vivevano proprio li. In poche settimane loro sono diventati la mia seconda famiglia, persone su cui poter contare sempre, disponibili ad aiutarti, con cui passare le intere giornate a parlare di tutto e con cui fare divertirsi. La cosa che mi è piaciuta proprio della mia esperienza in

Australia sono state le persone e devo dire che proprio in questo ostello ho conosciuto le migliore, persone che mi hanno aperto la mente e che mi hanno insegnato tantissime cose, tra cui la cosa più importante: aiutare sempre gli altri senza aspettarsi niente in cambio perché un giorno quando servirà a te questo aiuto ti farà piacere riceverlo.

La cosa che amo di più di questa città è l’apertura mentale, mi è capitato moltissime volte di fare amicizia con alcune persone per strada mentre stavo passeggiando e così dal nulla mi ritrovavo a parlare delle mie esperienze, dei miei piani futuri con una persona che avevo appena conosciuto ma a cui faceva piacere ascoltare la mia storia. Quando ero un Italia non mi è mai capitato di conoscere persone per strada, anzi di solito si evitano proprio questi tipi di contatti, ma non potete capire quanto la cosa sia bella!


In questa città ho passato i quattro mesi più belli della mia esperienza, non mi sono mai sentita così viva, piena di energia e circondata da persone vere che stavano con me non per comodità ma per piacere.

Un nuovo capitolo era alle porte, un’avventura che non vedevo l’ora di fare che mi elettrizzava ma spaventava allo stesso tempo: le Farm.







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