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VOLONTARIATO NELLE FILIPPINE

  • Immagine del redattore: Giulia Azimo
    Giulia Azimo
  • 15 set 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Un paio di giorni fa stavo facendo pulizia al mio computer e ho ritrovato questo articolo che avevo scritto appena tornata dalla mia esperienza di volontariato nelle Filippine. Ho deciso di condividerlo perchè rileggendolo ho rivissuto tutte le emozioni che ho provato la prima e la seconda volta in cui sono stata nella casa famiglia.



"Sono tornata da circa tre settimane da un’esperienza di volontariato nelle Filippine, che sento mi ha cambiata molto, mentre ripercorro lentamente le avventure e le emozioni provate durante il viaggio.

Tutto è iniziato un giorno, per caso, pensando a mio zio missionario e a tutte le esperienze che deve aver vissuto, ai luoghi che ha visitato e alle persone che ha incontrato. Quel giorno mi domandai cosa lo avesse portato a fare delle esperienze così grandi e decisi di voler provare anche io attraverso un’esperienza di volontariato.

Sono venuta a conoscenza dell’associazione Isla ng Bata – L’isola dei Bambini Onlus attraverso Ascs. Sinceramente, mi sono innamorata subito del progetto nelle Filippine e ho deciso di partire senza ripensamenti.


Si trattava del mio primo viaggio da sola così lontano ed era normale fossi un po’ spaventata. Al tempo stesso, mi sentivo curiosa e piena di energia. Ricordo quando arrivai e il mio primo giorno in Casa Famiglia: appena attraversato il grande cancello mi sono trovata circondata da tante piccole bambine con i capelli neri che mi riempivano di tante domande. La luce è andata via quasi subito e, incredibilmente, le bambine più piccole si sono aggrappate a me sebbene non mi conoscessero.


Ho trascorso la prima settimana a osservare le bambine e a capire le loro abitudini, le guardavo e pensavo: “le bambine italiane non farebbero mai una cosa del genere”. So che questi paragoni non andrebbero mai fatti ma non potevo farne a meno. Rimanevo stupefatta nel vedere le bambine più piccole sempre allegre: quando pioveva erano felici e volevano stare sotto la pioggia; appena smetteva di piovere, automaticamente andavano a giocare nel fango. Insomma, mi sembrava che a loro bastasse “semplicemente” stare tutte assieme, giocare e condividere il loro tempo.


In seguito, Francesco, che gestisce questa Casa Famiglia insieme alla moglie Flora, mi ha proposto di andare a visitare le famiglie di alcune bambine e allora ho compreso veramente l’importanza di quello che l’associazione sta facendo.

Le bambine accolte in Casa Famiglia provengono da famiglie poverissime, che vivono

in baracche, a volte per strada, senza cibo, senza corrente e senza servizi. Chiamano “casa” una catapecchia fatiscente fatta di lamiere e bambù. A me pareva impossibile vederle così felici e pensare alla loro situazione di partenza, eppure questa è la verità: attraverso l’accoglienza, la cura, l’affetto, garantendo loro una qualità di vita impossibile da pensare, se solo si nasce in questi luoghi, Flora, Francesco e Isla ng Bata Onlus riescono a capovolgere un destino sfortunato, che segna queste bambine sin dalla nascita.

In quest’angolo di paradiso, che è la Casa Famiglia di Calabnugan, la convivenza non è certamente sempre serena, ma l’aiuto e la condivisione che impregnano la vita delle bambine e delle persone che qui vivono e entrano, è incredibile.


Da questo viaggio, sento di aver imparato molto e di essere anche un po’ cambiata, me lo hanno detto anche i miei amici e la mia famiglia: “sei cambiata ma ti vedo bene”.

Sicuramente mi sento più consapevole, ho toccato con mano una realtà che non tutti conoscono e mi sento sinceramente di dover apprezzare ancora di più tutto quello che ho, senza lamenti o frustrazioni inutili. Mi ritengo fortunata per aver avuto la fortuna e l’onore di aver conosciuto questo progetto e di aver vissuto con le bambine della Casa Famiglia.

Una parte di cuore e ancora lì e spero di tornare a prendermela presto! "



Questa è stata la prima esperienza che ho fatto nella casa famiglia, l'anno seguente sono tornata per un altro mese e mezzo e devo dire che le sensazioni sono sempre quelle, la felicità che ti possono dare queste bambine è indescrivibile.

Ora non aspetto altro che la prossima occasione per tornare a trovarle.

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